La Campagna le avventure

Sabotaggio

Gli eventi successi nel Sultanato di Zeif avrebbero pesantemente influenzato la politica e la storia di Flanaess negli anni a venire: il Principe era giunto sano e salvo a Greyhawk tra le sicure mura del castello, ma l'alleanza col Sultanato era ormai irrimediabilmente perduta. Il vescovo Landar comunicò al Patriarca Aynon le vicissitudini accadute, in special modo ciò che avevano scoperto riguardo al Cacciatore e alla sua abilità di risucchiare e imprigionare le anime delle persone possedute. Tra di esse vi erano il Sultano di Zeif, ora morto e impossibilitato ad essere resuscitato poichè la sua anima era prigioniera del Cacciatore; inoltre lo stesso destino era capitato a Marianne in passato, quando la Kamala l'aveva catturata per farsi consegnare il Libro di Zevas dal gruppo, e anche a Jasmine, la figlia del Sultano, il cui corpo privo di conoscenza era stato portato dal gruppo fino a Leukish. Di comune accordo con Re Arkhan fu deciso di portare il corpo di Jasmine al Monastero del Sole, dove sarebbe segretamente rimasto assieme a quello di Marianne in attesa di una cura, vigilato da un Figlio della Luce e quattro soldati della guardia reale in incognito. Il Re accordò anche ad Haluin dieci guardie reali da portare a Castel Blackhound, oltre che per tutti un cospicuo premio in denaro e un lasciapassare reale per aver riportato sano e salvo il Principe a casa.
Nei tre mesi successivi la situazione militare non variò di molto: le forze di Kanak continuavano ad ammassarsi presso il confine ovest di Flanaess, e voci dall'ovest sembravano confermare il fatto che il Sultanato avesse fornito collaborazione logistica e militare alla Kamala. Sania nel frattempo era scomparsa in uno dei suoi ormai consueti viaggi in solitaria, mentre Landar era rimasto a Leukish per studiare antichi tomi relativi all'arte dell'incantamento, creando poi un'armatura benedetta da Pelor per Merryl. Gilgamesh stava "sfruttando" il lasciapassare reale all-inclusive e Merryl invece vigilava su Castel Blackhound, sempre all'erta in vista di nemici. Halui invece passò i tre mesi studiando nuovi incantesimi, istruendo i suoi due adepti Simon e Sara e gestendo la ristrutturazione del castello e il ripopolamento dello stesso attirando fabbri, stallieri, erboristi e servitù per riportare il maniero alla gloria che l'attacco di Kurtan gli aveva strappato.
Con la primavera il gruppo si riunì a Castel Blackhound e una delle priorità da risolvere fu lo strano ricordo che il gruppo aveva visto durante l'attacco del Cacciatore nella mente di Merryl riguardo un misterioso rubino: l'halfling sembrava abbastanza reticente ed evasivo sull'argomento, tanto che a seguito di una richiesta di verificare tra i suoi averi diede di matto, divenne aggressivo e tentò letteralmente di scappare dal castello. Con grande fatica e solo con l'aiuto di Kevlar, delle guardie e delle magie di Haluin il gruppo riuscì a immobilizzare Merryl e a prendergli la faretra, dove pensavano che l'halfling nascondesse il rubino. Ormai era pensiero comune che questa gemma di cui Merryl non aveva mai parlato destabilizzasse la sua mente e che fosse maledetta: il gruppo decise così di bruciare nella fucina la faretra magica dove Merryl aveva nascosto il rubino e, una volta individuata la gemma, la fracassarono in mille pezzi. Merryl, inizialmente infuriato e desideroso di fare la pelle ai suoi ex-amici per aver distrutto il suo prezioso tesoro sembrò col tempo riacquistare il senno e dimenticare il morboso amore per la gemma (anche se sviluppò comunque un anomalo interesse per i rubini...).

Fu proprio Merryl, durante uno dei suoi consueti giri al vicino paese di Gorsend, a ricevere una missiva da Morgan Raven: l'ex capo della Mezzaluna era ormai qualche mese che non si faceva sentire, da quando si era inoltrato nel Regno di Kanak in cerca di informazioni utili alla guerra. E proprio la missiva rivelava che durante le sue indagini dietro le linee nemiche aveva scoperto che la Kamala aveva trovato il modo di creare armi e armature di adamantite, una lega nerastra molto resistente la cui formula di lavorazione era sconosciuta. Questo materiale veniva estratto da una miniera presso i monti Usprue, nel Regno di Kanak, e li lavorato in segretezza: le armi e le armature venivano poi spedite al fronte, pronte per essere usate nella futura guerra con Greyhawk; assieme alla missiva vi era anche la punta spezzata di un pugnale di adamantite come prova. Comunicata la notizia al Re, si decise di effettuare una missione segreta di sabotaggio: il gruppo si sarebbe dovuto recare alla miniera di adamantite per renderla inagibile e inutilizzabile, distruggendo eventuali riserve di armi e armature in loco. Il Capo Schiavista della miniera Inoltre avrebbe dovuto recuperare eventuali informazioni e documenti, in special modo su chi e come stava lavorando questa lega di adamantite favorendo il Regno di Kanak. Passati a Castel Blackhound i quattro chiesero a Jeb se poteva creare un potente esplosivo in grado di mettere ko una miniera intera lo gnomo alchimista nel giro di qualche giorno realizzò un barilotto intero di polvere pirica in grado di far saltare in aria la miniera (ovviamente da maneggiare con cura). Terminati i preparativi il gruppo si diresse a ovest, superando agilmente grazie alla guida di Sania e agli incantesimi di Landar e Haluin le linee nemiche e gli eserciti oltre il confine. Tenendosi lontano dalle zone abitate e seguendo le indicazioni fornite nella missiva da Morgan riguardo la locazione della miniera il gruppo giunse nel giro di un paio di settimane alla catena montuosa di Usprue, dove seguendo le tracce di carri e schiavi trovarono finalmente la miniera di adamantite. Questa era pesantemente protetta da palizzate di legno, fortini, mastini di guardia e un contingente di soldati di Kanak, segno che la Kamala teneva molto al vantaggio tattico dato dall'adamantite: nella miniera lavoravano inoltre diverse centinaia di schiavi, trattati in maniera disumana dalle guardie e dal capo schiavista, un truce uomo armato di fruste che controllava con pugno di ferro e crudeltà la produzione della miniera. Senza un piano ben preciso i nostri si intrufolarono invisibili all'interno della miniera, scoprendo (a loro spese e troppo tardi) che all'interno della montagna, protetto da portoni di ferro, guardie e mastini non vi era solo la miniera ma anche un complesso abitativo dove vivevano la maggior parte delle guardie e degli schiavi. Liberati alcuni di essi scoprirono inoltre che parte degli schiavi erano prigionieri catturati nei villaggi di confine di Greyhawk e che il capo schiavista aveva dato ordine in caso di rivolta di trucidare immediatamente tutti gli schiavi per impedire fughe di notizie riguardo la miniera; gli schiavi erano inoltre a conoscenza del fatto che un misterioso alchimista viveva nella miniera e che stava aiutando il Regno di Kanak a creare l'adamantite. Divisi, senza un preciso piano da attuare e senza applicare le elementari regole di infiltrazioni a seguito di un attacco ad alcune guardie il gruppo fece scattare l'allarme in tutta la miniera. Dopo un primo momento di scompiglio, durante il quale Landar fu catturato da dei chierici di Hextor, portato in un tempio maledetto e rocambolescamente liberato da Sania e Merryl, la miniera divenne un campo di battaglia: le guardie ancora in vita, guidate dal capo schiavista e con l'aiuto dei chierici di Hextor presero rapidamento il controllo della situazione, uccidendo gli schiavi ancora prigionieri e chiudendo il portone d'ingresso presso il quale si erano ammassati i fuggitivi. I chierici di Hextor avevano quindi evocato un buio magico sulla folla, gettandola del caos, e aveva poi scatenato contro di essa dei demoniaci serpenti giganti, i quali lentamente e inesorabilmente avevano iniziato a stritolare gli ignari schiavi nell'oscurità. Il gruppo, indebolito, diviso e in rotta cercò una fuga precipitosa nel massacro: Haluin e Sania riuscirono con la forza a farsi strada tra gli schiavi (uccidendone anche alcuni) e a guadagnare l'uscita, Landar usò i suoi poteri clericali per scappare in forma eterea mentre Merryl, nascostosi per sfuggire alle guardie fu catturato, interrogato e torturato. Dopo essersi leccati le ferite per qualche giorno Haluin e Sania tornarono alla miniera: i corpi degli schiavi, trucidati a seguito del tentativo di evasione, erano stati portati in una fossa comune fuori dalla miniera, mentre i soldati di Kanak si erano barricati nella miniera, al sicuro dietro due spessi portoni di ferro. Haluin, deciso a non tornare dal re senza aver almeno distrutto la miniera, si fece consegnare L'esplosione della minierada Sania il barilotto esplosivo e cominciò a lanciare incantesimi distruttivi contro il portone, mentre Baran (rimasto fino a quel momento al sicuro nei boschi) uggiolava disperato per la sorte del suo padrone. Sania prese Ciba e decise di tornare a casa, visto il fallimento della missione; nel mentre Landar, che era stato inseguito a nord dalle guardie e dai mastini, era finalmente riuscito a far perdere le sue tracce e a far ritorno verso la miniera. Qui trovò Haluin, che caparbiamente da due giorni cercava di abbattere i due portoni di ferro: era finalmente riuscito a forare anche il secondo portone a suon di palle di fuoco e fulmini, ma all'interno sicuramente il capo schiavista, i chierici di Hextor e le guardie sopravvissute alla prima battaglia li stavano aspettando. Ritrovato Merryl (ferito, debole ma ancora vivo) grazie al fiuto di Baran, i tre cercarono di raggiungere l'ingresso interno della miniera, dove il barilotto esplosivo sarebbe dovuto essere piazzato per distruggere la struttura; nell'esplorazione della struttura scoprirono che a seguito del primo assalto alla miniera tutti gli schiavi erano stati effettivamente uccisi, i documenti segreti bruciati e che chiunque fosse il misterioso alchimista che stava aiutando il Regno di Kanak a lavorare e realizzare la lega di adamantite era stato portato via al sicuro. Sfuggiti a un agguato del capo schiavista (e delle sue letali fruste) e delle sue guardie d'elite, il gruppo giunse infine al punto stabilito per attivare l'esplosivo: Haluin, che non poteva beneficiare degli incantesimi clericali di Landar, uscì dalla miniera, mentre Landar e Merryl prepararono la miccia e l'accesero, dopodichè Landar lanciò un incantesimo di richiamo che li avrebbe teletrasportati al sicuro al Monastero del SOle. Il capo dei chierici di Hextor, che nel frattempo aveva seguito i tre infiltrati, tentò invano di fermarli annullando l'incantesimo, ma una volta scomparsi i due scoprì il barilotto e potè tranquillamente spegnere la miccia: Haluin, unico rimasto in zona, non udendo l'esplosione entrò nella miniera per verificare cosa fosse successo e trovò il chierico intento a trasportare fuori il barilotto. Dopo una breve scaramuccia Haluin mise in fuga il chierico, riposizionò il barile e accese la miccia, precipitandosi fuori dalla miniera in volo pochi secondi prima che un'enorme esplosione la facesse crollare. La miniera era stata distrutta, ma a quale prezzo? Centinaia di schiavi erano stati trucidati, nessun documento era stato recuperato, il capo schiavista era fuggito e soprattutto non avevano scoperto chi fosse il misterioso alchimista...

Personaggi Incontrati: il Capo Schiavista della Miniera, i soldati di Kanak e i chierici di Hextor

Luoghi Visitati: la miniera di adamantite