La Campagna i personaggi [by Dionix]

Kurtan di Mistralia: Figlio della Luceby Dionix

Kurtan di MistraliaKurtan era il secondo dei quattro figli di Artan e Frida. Artan, che era uno dei tanti fabbri della popolosa città di Mistralia, situata nel regno di Keoland, cercò di iniziare il secondogenito al proprio mestiere, proprio come aveva fatto con Ferner, il primo dei suo figli; tuttavia, non riuscì nel proprio intento. Circa all'età di 14 anni, infatti, appena gli si presentò l'occasione Kurtan lasciò la famiglia. Da tempo ormai sentiva che la sua aspirazione non era quella di rimanere all'interno delle mura di una città, subendo passivamente il corso degli eventi, ma voleva conoscere il mondo, del quale aveva solo qualche vaga idea che si era fatto ascoltando le leggende sulla "Guerra degli Dei" che i vecchi amavano raccontare. Essendo nato in una famiglia di artigiani, i suoi genitori non gli avevano mai permesso di allontanarsi dalle terre che circondavano Mistralia, e loro stessi si recavano molto di rado in altri paesi, magari per contrattare di persona il prezzo di qualche grossa fornitura di metalli. Quando qualche avventuriero si recava nel negozio del padre per comprare armi e armature Kurtan era sempre il primo a rivolgere domande al forestiero sulle terre esterne alle mura, ma raramente la sua curiosità veniva saziata. Non sapeva ancora dove sarebbe voluto andare appena si fosse riuscito a staccare dalla famiglia: quello però di cui era sicuro era la necessità di essere pronti ad affrontare il pericolo, dato che da quel poco che sentiva e vedeva gli agguati, le imboscate e gli attacchi di creature malefiche erano ancora piuttosto frequenti nelle terre poco civilizzate. Senza contare le sette criminali e i fanatici che attentavano alla vita delle persone solo per soddisfare la sete di sangue di misteriose divinità, spietate e crudeli con i viventi. Per questo appena aveva un momento libero Kurtan andava a osservare gli allenamenti delle guardie cittadine, i duelli piuttosto che le giostre che periodicamente venivano indette nella sua città - l'unica in cui era del resto mai stato- e giocava spesso con i ragazzi della città con spade e scudi di legno. Un giorno arrivò al negozio di suo padre un mercante di un grosso villaggio del regno di Ulek: Kurtan non fu tanto colpito da questa visita quanto lo fu dalla persona in armatura che accompagnava il mercante.... costui non era certamente un semplice guerriero: emanava un'aura di nobiltà, tranquillità e sicurezza che il ragazzo non aveva mai provato prima. Mentre il padre trattava per quella che sembrava una grossa fornitura di scudi, Kurtan si fece coraggio e chiese al cavaliere se fosse la guardia del corpo del mercante o un soldato di un altro regno: egli rispose che si chiamava Loman e non era ne l'una ne l'altro, bensì un paladino dell'ordine dei Figli della Luce che stava scortando la carovana del mercante durante il pericoloso viaggio che stava compiendo. Aveva avuto notizia che la presenza di orchetti nei boschi stava costantemente aumentando, e aveva scelto di sua spontanea volontà di aiutare quei mercanti a compiere il viaggio. Kurtan rimase profondamente colpito dalla bontà e dalla gentilezza di quel personaggio, e decise che avrebbe fatto di tutto per diventare un giorno giusto e forte come lui; anzi in un impeto di coraggio arrivò addirittura a chiedergli di poter diventare suo scudiero, in modo da non rallentare la sua opera di bene e al tempo stesso poter imparare l'arte del combattimento da un maestro d'eccezione. Loman sorrise vedendo negli occhi del ragazzo quella stessa vocazione al giusto che lui stesso aveva sentito molto tempo addietro, pur se ancora mascherata dalla voglia di avventura; sebbene non avesse certo bisogno di uno scudiero, decise di concedere al ragazzo la possibilità di seguirlo e sviluppare l'innato senso di giustizia che in lui aveva riconosciuto, sempre che il padre fosse stato d’accordo. Artan non prese bene la notizia, anzi in un primo momento si oppose fermamente a lasciare andare il proprio secondogenito verso l'ignoto; tuttavia, avendo ancora due bambini piccoli da sfamare e conoscendo di fama l'ordine del paladino, ma soprattutto a causa delle incessanti suppliche del figlio, alla fine si arrese e lo lasciò andare alla ricerca del proprio destino, strappandogli però la promessa di tornare spesso in città. Avendo lavorato come apprendista fabbro e discendendo da una stirpe di uomini molto robusta, Kurtan fisicamente era sempre stato piuttosto imponente, e negli anni che seguirono sviluppò molto le sue abilità, fisiche e morali, seguendo fedelmente il suo maestro e discutendo spesso con lui. Da queste discussioni comprese che senza una legge giusta la convivenza pacifica degli individui era impossibile, ma capì anche che la legge da sola non bastava a tenere a freno i malvagi, perché questi cercavano sempre di raggirarla o addirittura di cambiarla per il proprio tornaconto, nel caso ne avessero avuto la possibilità; cercò di imparare a riconoscere gli onesti dai corrotti, aiutando i primi e facendo redimere i secondi; continuò a voler prestare la propria spada per tutte le nobili cause. Compiuti da poco i 24 anni (Loman aveva ormai superato i 55) il suo maestro gli disse di non essere ormai più in grado di affrontare i durissimi combattimenti che aveva sostenuto in passato: d'ora in poi Kurtan sarebbe dovuto andare da solo in giro per il mondo conosciuto, e magari anche oltre. Ne aveva sicuramente le capacità. Prima di lasciarlo, tuttavia, lo portò per l'ultima volta a Greyhawk (spesso in passato i due erano giunti in questa città - che ormai anche Kurtan conosceva piuttosto bene- perché Loman doveva ricevere le missioni dai suoi superiori e aggiornare l'ordine dei paladini riguardo ai suoi spostamenti), e pregò sir Fardell di esaminare il ragazzo affinché anch’esso potesse diventare membro dell’ordine a tutti gli effetti, come lui desiderava. Kurtan, sebbene non avesse mai ricevuto un'istruzione completa, e a dir la verità spesso non riuscisse a risolvere gli enigmi che l'erudito Loman gli proponeva durante i lunghi viaggi, dimostrò di avere invece molto buon senso per le questioni pratiche, che gli permetteva in genere di capire con grande facilità se le persone che aveva accanto fossero in buona fede o pronte a tradirlo alla prima possibilità; anche la voglia di giustizia che lo animava risultò subito evidente al suo esaminatore. Fu soprattutto per questo che sir Fardell diede il suo consenso, e il ragazzo fu accolto nell'ordine, ricevendo immediatamente una armatura e due spade nuove fiammanti che avrebbero dovuto aiutarlo nelle sue lunghe missioni. Ricevette anche un anello che portava il simbolo dei Figli della Luce come pegno della sua decisione e garanzia della sua fede. Prima di lasciarlo per sempre, almeno per quanto riguardava le avventure in giro per il mondo, Kurtan promise solennemente al maestro che avrebbe fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per far trionfare il giusto; poi lo salutò e, senza pentirsi mai della scelta fatta, iniziò a viaggiare per regni, villaggi e città, aiutando sacerdoti, artigiani e contadini, fermandosi dovunque il suo aiuto era richiesto.

CARATTERE
Caratterialmente Kurtan si presenta piuttosto "alla buona", ovvero, essendo cresciuto fino alla pubertà come figlio di semplici artigiani e avendo trascorso la maggior parte del proprio tempo fra gente umile ed onesta, abituata a vivere giorno per giorno, fa amicizia piuttosto facilmente con persone di qualsiasi razza e professione, probabilmente anche con i mezz'orchi, se gli capitasse di vederne, perché è dell'idea che le persone si debbano giudicare per le loro azioni, e non per quelle dei loro avi o superiori. Non disdegna mai una bevuta con gli amici, anzi è anche disposto a offrire da bere a tutti quando ha qualche moneta in tasca, e scherza molto volentieri, anche se si sta parlando di lui: raramente porta rancore per una battuta.
Il successivo periodo della sua vita, trascorso in giro per il mondo con Loman, è stato spesso sinonimo di solitudine, dato che moltissimo tempo era impiegato per spostarsi da una parte all'altra del Flanaess: questo fatto ha aumentato in lui la necessità di relazione con gli altri, quando finalmente si fermava per brevi intervalli in una città per equipaggiarsi e soprattutto ritrovare il calore umano.
Questa bonarietà, tuttavia, si trasforma in diffidenza quando si accorge che qualcuno si comporta diversamente da quanto vorrebbe far credere, e addirittura in aperta rabbia se vede che vengono commesse apertamente ingiustizie nei confronti di qualcuno, fosse anche il più misero dei mendicanti: è convinto che la vita di tutti sarebbe più felice se nessuno cercasse di approfittare degli altri, e cerca di trasmettere questo sentimento a tutti quelli che incontra.
Generalmente lascia sempre la possibilità di redimersi alle persone, ma se scopre che qualcuno promette di cambiare solo per aver salva la vita e poi ricade immediatamente nelle stesse nefandezze non esita a punirlo come merita, senza possibilità di appello, a meno che non siano intervenuti nel frattempo altri fattori.
Quando poi qualcuno uccide per la semplice gioia di farlo perde veramente il controllo, e lo combatte in ogni maniera possibile.
E' molto carismatico e tende a cercare sempre alleati per la sua causa, che reputa di importanza superiore a molti altri fatti; non è particolarmente acuto, anzi addirittura è un po’ diffidente nei confronti della cultura, che spesso vede utilizzata dai potenti per vanto e soprattutto per sottomettere chi non la possiede; è piuttosto pratico del genere umano, e cerca sempre di arrivare ad un compromesso con la parola, usando le armi solitamente solo se attaccato o palesemente minacciato. Detesta i non-morti ed è inorridito da tutte le aberrazioni e le creature non dotate di intelletto, animali esclusi ovviamente. Ritiene necessaria l'esistenza di una legge e la rispetta, anche se questa è piuttosto dura, partendo dall’idea che chi ha fatto la legge si fosse trovato a dover fronteggiare una situazione difficile e abbia agito nell’interesse della pacifica convivenza. Leggi palesemente fatte per assoggettare e ridurre in schiavitù, tuttavia, lo irritano, e (anche se in rarissimi casi) gli permettono di violarle rimanendo in pace con la propria coscienza. Cercherà di cambiarle, se possibile facendo ravvedere chi le ha fatte.