L'Angolo della Simpatia

X-Men 2: la Storia Vera

Nei corridoi della Casa Bianca si snoda lentamente una colonna di turisti in visita guidata. Uno di loro è un mutante tatuato color pongo, con la coda ad asso di picche, i denti limati e la faccia dipinta con l'Uniposca, il che la dice lunga sull'efficienza dei controlli d'ingresso alla dimora di Bush (oppure è una geniale esca che Hollywood ha fornito alla CIA per catturare Bin Laden).
All'improvviso il mutante si rivela e comincia a far fuori le 1438 guardie del corpo del presidente, tutti fotomodelli strafighi atletici ed elegantissimi, una via di mezzo tra Raul Bova e Kevin Costner dopo la manicure, ma che in combattimento si dimostrano segaioli pazzeschi.
Dopo aver fatto il culo all'intero staff presidenziale, il mutante cattivo si teleporta direttamente in braccio al presidente, lo minaccia con un coltellaccio che a confronto Rambo aveva un nettaunghie e sulla cui lama c'è scritto BASTARDOQUESTOTELOMANDANOIMUTANTI (sennò il pubblico non capisce), e infine sparisce colpito di striscio dal meno sfigato dei Kevin Costner appena abbattuti.
Il presidente, dopo essersi doverosamente cambiato i calzoni, spara un cazziatone ai servizi di sicurezza.
— Perché avete lasciato entrare quel pazzo?
— Ehm... aveva detto di essere una stagista, signore.
Interviene un certo Stricker, che mostra all'incazzatissimo presidente la foto aerea dell'Accademia di Xavier.
— Guardi, signore: è qui che si nascondono i mutanti.
— Ma no. — obietta il presidente — La conosco, è solo una scuola privata: gli abbiamo concesso anche i finanziamenti Moratti per gli istituti parificati... Comunque, con il buonsenso e la coerenza che sarà una costante di questo film, adesso le do carta bianca: vada lì e faccia una bella strage.
Stricker sbatte i tacchi. — Agli ordini, signor presidente.
Congedatosi, l'alto ufficiale va a trovare Ian McKellen/Magneto nella prigione, costruita da Svarowsky in cristallo e cartaplastica domopak, dove il re dei mutanti cattivi è rinchiuso. Viene condotto alla presenza di quest'ultimo da un nerboruto secondino che dev'essere il fratello bello di Hulk Hogan. Il suddetto carceriere gonfia di mazzate Magneto affinché risponda alle domande di Stricker.
— Ma perché mi picchi, se hai il siero della verità? — protesta il mutante.
— Be', devo dimostrare di essere un cattivone malvagio, no? — spiega il secondino — Sennò il pubblico non capisce.
— Allora? — chiede Striker — Cosa mi sai dire della macchina di nome Cerebro?
— Ah, ma se sapessi niente di Cerebro non sarei in questo film! — replica Magneto.
E giù altre mazzate.
Nel frattempo Patrick Stewart/Xavier, venuto a sapere dell'attentato al presidente, cerca di rintracciare l'attentatore. Dopo qualche tentativo fallito su Google, lo localizza con Excite dalle parti di Boston. Decide di mandargli contro Tempesta e Jean Grey, spedendole laggiù con lo X-plano, il megajet privato di duemila tonnellate che i mutanti usano quando vogliono fare gli splendidi coerentemente col fatto che sono un'organizzazione segreta di cui nessuno deve sospettare l'esistenza.
Mentre le due statuarie X-women si preparano alla partenza, rientra alla base Wolverine, tutto infangato e coperto di neve.
— Dove sei stato di bello, Logan? — chiede tutta arrapante Jean Grey.
— In Alberta, a cercare la base segreta dove anni fa sono stato sottoposto a esperimenti chirurgici che non ricordo.
— Ma se non ricordi, come hai fatto a orientarti in Alberta, che è uno di quei posti sfigati tipo la Jakuzia e la Kamchatcha che se non ci fosse stato il Risiko nessuno li avrebbe mai nemmeno sentiti nominare?
— Be', non è stato difficile: c'era questa mega-diga in funzione in mezzo al nulla, mancapoco ci mettevano anche un cartello "QUI SOTTO C'E' UNA BASE SEGRETA CHE ALLA FINE DEL FILM VERRA' SPAZZATA VIA DALL'ACQUA".
— Sennò il pubblico non capisce — annuisce Jean Grey, comprensiva. — Comunque adesso noi partiamo. Tu va' da Xavier, che ti deve parlare.
— E la nostra scena di sesso selvaggio e perverso? Quando la facciamo, che è dal primo film che ti voglio porchizzare?
— Non aver fretta: il pubblico s'intriga di più con un bel triangolo di desiderio e gelosia. Scott? Vieni qui!
Ciclope squadra Wolverine con sguardo di fuoco, ma per sdrammatizzare viene spiegato che non solo il mutante con gli artigli vuole farsi la sua donna, ma che gli ha pure lasciato a secco la macchina. Scott incenerisce lo sceneggiatore tra gli applausi del pubblico pagante (quelli che non stanno baccagliando per avere indietro i soldi del biglietto).
Wolverine si eclissa diplomaticamente nell'antro privato di Xavier, un locale a metà strada tra l'Atomium di Bruxelles e la pista del circo Togni, che dev'essere costato una fortuna solo in conti del piastrellista.
— Logan! — esclama Patrick Stewart, gioviale. — Ti informo che stasera dovrai fare da baby-sitter, perché con la massima plausibilità ho mandato tutti i mutanti in giro a far spese o li ho allontanati dalla X-accademia coi pretesti più ridicoli, poi ho spento tutti gli X-allarmi e gli X-antifurto in modo che qualunque topo d'appartamento possa entrare comodamente a fare il comodo suo. Hai capito?
— Ok, capo — accetta Wolverine, spegnendo virilmente il sigaro sul palmo della mano, perché solo nella sopportazione del dolore si rivela il vero uomo. Poi, non soddisfatto, si schiaccia ripetutamente con violenza i testicoli nella porta. E infine, in un crescendo di piacere perverso, diventa tifoso dell'Inter.
Scortato da Ciclope, Xavier si reca a trovare Magneto.
— Tu devi restare fuori, Scott — ingiunge il capo dei mutanti, fermandosi sulla soglia di domopak.
— Va bene, doc. Ne approfitto per andare in farmacia a comprare il collirio: oggi mi bruciano gli occhi.
Rimasto solo, Xavier fa una figura da cocciolone facendosi catturare, alla faccia dei tanto vantati poteri mentali, dall'umanissimo (nel senso di non-mutante) Stricker. Il militare lo impacchetta come un cotechino e lo porta nella sua base segreta, dove con aria di trionfo gli presenta il suo "asso nella manica", un freak sulla sedia a rotelle con le mani tremanti e la faccia da Marco Masini.
— Ma... costui è tuo figlio Jason! — esclama Xavier, sbalordito.
— No! Mio figlio è morto!
— Lo hai rinnegato perché è divenuto mutante? E se si faceva ciellino che facevi? Lo seppellivi di bombe nucleari?
— Taci, Xavier! — intima Stricker. — Attraverso di lui io soggiogherò la tua mente, facendoti credere cose che non sono vere, cancellando ai tuoi occhi la realtà e sovvertendo completamente la tua percezione del mondo.
— E cos'è, il TG4?
Stricker chiude un contatto. Xavier sviene.
* * *

Nel frattempo Tempesta e Jean Grey hanno lasciato lo X-plano al parcheggiatore all'angolo (soprattutto non si capisce perché cazzo l'hanno preso, visto che entrambe sanno volare). Secondo le indicazioni di Xavier, trovano il mutante attentatore del presidente in quella che sembra una chiesa diroccata, oppure uno stabile di proprietà dell'INPS. Il nuovo super-essere si rivela uno sbomballato che parla come gli scarabei acrobati di A bug's life, e che sicuramente non sfigurerebbe sul divano Ikea del Grande Fratello seduto tra Fedro e Floriana.
— Come ti chiami? — lo apostrofa Tempesta.
— Nightcrawler.
— Salute!
— No, Nightcrawler è il mio nome.
— Bene, Nightcracker, vieni con noi: siamo della tua stessa razza.
Il mutante si ritrae. — No, io sono un mostro, un diavolo. Mi temono perché sono piccolo e nero
— Tu non sei nero, sei solo sporco — lo blandisce Tempesta. — Vieni alla nostra X-scuola: è per le persone come te: sapremo valorizzarti, renderti pari agli altri.
— E chi siete, la CEPU?
Dopo un'occhiata infastidita allo X-orologio, le due X-women impacchettano il nuovo mutante come uno zampone e lo caricano sullo X-plano. Poi di corsa a casa.
* * *

Alla X-accademia è notte. Wolverine non riesce a dormire. Mentre vaga per la scuola silenziosa, s'imbatte in uno dei piccoli allievi di Xavier.
— Tu che poteri hai, bambino? — chiede.
— Cambio canale al televisore battendo le palpebre.
— Che potere del cazzo!
— Prova a dirlo quando sei legato alla sedia davanti a "Uomini e Donne" di Maria de Filippi!
Wolverine ci pensa. — Hai ragione... Qui ci vuole una X-birra. Dov'è lo X-frigorifero?
— Non ne abbiamo: per queste cose c'è l'uomo di ghiaccio.
Wolverine annuisce e va in camera di Bobby "Uomo ghiaccio" Drake, dove ovviamente fa un freddo fottuto e ci sono casse di XXXX doppio malto alla temperatura ideale.
— Lo so io perché sei così nervoso, Logan — gli dice Bobby. — Sei geloso perché mi sono fidanzato con Rogue. Nel primo film si vedeva benissimo che intendevi fartela.
Wolverine sbuffa, perché vorrebbe solo bersi la birra senza rotture di coglioni, ma nel contratto è previsto anche il secondo triangolo rosa, per cui deve recitare la parte e stop.
— Ah, tu e Rogue state insieme? E come fate, visto il suo tocco trasforma gli uomini in Piero Fassino?
L'altro arrossisce. — Be', sto studiando una protezione totale coi sacchetti-gelo della Scottex... Certo è dura. Poi dicono che noi adolescenti siamo sessualmente frustrati...
Wolverine attacca la seconda bottiglia. — Bah, i tuoi problemi sono cazzate da Beautiful confronto ai miei...
— Sarebbe?
— Non riesco a ricordare, non riesco a ricordare...
Bobby resta a bocca aperta. — Ma se hai avuto tanti di quei flashback che anche il più rincoglionito tra il pubblico ha capito che l'esercito ti ha adoperato come cavia e ti ha sostituito le ossa con protesi di adamantio per fare di te un'arma sperimentale!
— Appunto — approva Wolverine. — E' tutto così chiaro che non riesco a ricordare cos'altro avrei dovuto ricordare.
D'improvviso si blocca annusando l'aria.
— C'è qualcuno fuori! — grida.
Bobby tira le X-tende. Nello X-giardino ci sono duecentotrentamila marines in assetto da guerra, ottocento elicotteri Apache, sessantanove F14 stracarichi di missili Tomahawk, più carri armati che a Baghdad, otto troupe della CNN, una portaerei nucleare all'ancora nella X-piscina e Lilli Gruber che si strappa i capelli con l'inviata del TG2. Il bordello è tale che gli abitanti del quartiere sono al balcone in pigiama protestando checcazzoc'ègentechedormequi!
— Accidenti, hai l'odorato fine, eh? — commenta Bobby.
— Presto, dobbiamo mettere in salvo i piccoli!
Corrono entrambi a difendere lo X-portone d'ingresso, ma l'armata irrompe ugualmente nella X-scuola e fa il culo agli X-studenti addormentati. I soldati sono perfettamente addestrati in quel tipo di operazioni (probabilmente hanno studiato sugli appunti della Digos al G8 di Genova) e Wolverine non riesce a fermarli. Può solo fuggire insieme a Rogue, Bobby e Pyro, un fighetto che non si è mai visto prima e che indossa una T-shirt con su scritto "Sarò il cattivo del prossimo film". Sennò il pubblico non capisce.
Prendono la X-macchina di Ciclope (il quale nel frattempo, come un cornuto, ha fatto il pieno, gonfiato le gomme, lavato la carrozzeria e cambiato gli X-arbremagique) e schizzano via sull'autostrada che neanche Miami Vice.
— Dove andiamo? — chiede Rogue.
— Be', riflettiamo: siamo inseguiti dall'intero esercito americano, metà dei bambini sono stati catturati, abbiamo sicuramente una taglia sulla testa, gli altri X-Men si sono imboscati, il nostro X-capo è scomparso e sta pure piovendo. Quale mossa è plausibile, a questo punto?
— Be'... — propone Bobby — Possiamo andare a trovare i miei genitori, ci offriranno sicuramente un tè.
Wolverine snuda le lame. Ma lo sceneggiatore non è a portata di artiglio.
* * *

L'azione si sposta nella prigione al domopak di Magneto. Il carceriere nerboruto sta portando il pasto al prigioniero. La situazione, il commento sonoro, l'illuminazione della scena dal basso, l'uniforme e il ghigno di Magneto ricordano in maniera impressionante la sequenza della fuga di Hannibal Lecter ne Il silenzio degli innocenti. Sennò il pubblico non capisce.
— Oggi lei ha qualcosa di diverso — commenta Magneto, squadrando sardonico il carceriere.
— Senta, non potrebbe squartarmi in fretta così la facciamo finita, che ho un mal di pancia allucinante? — replica il secondino.
— Lo credo bene, amico mio. Le dico io cosa le è successo: è stato avvicinato in un bar da una strafiga pazzesca, che si è dichiarata pazza di lei e lo ha sedotto in una scena plausibile solo nei sogni erotici di quel segaiolo di Bryan Singer. Poi, mentre stavate scopando come ricci nel luridissimo cesso del bar, che al confronto la latrina di Trainspotting era un bagno Pozzi Ginori, la strafiga l'ha stordito e le ha iniettato un siringone di soluzione ferrosa nel sangue.
— Ah! — fa la guardia, impressionata — Geniale. Ma, se me l'ha iniettata nel sangue, come mai mi ha fatto un'intramuscolare, invece che un'endovenosa?
— Andiamo, non sia così puntiglioso, questo è un fumetto! — brontola Magneto, piccato. Per punizione lo squarta con un bell'attacco magnetico, estraendo dalle viscere del cadavere tre belle biglione di ferro di quelle da flipper anni '70.
Il resto dell'evasione, benché visivamente spettacolare, è assolutamente prevedibile, al punto che Singer decide giustamente di tagliarla. Si mormora che farà lo stesso, per l'identica ragione, per l'intero prossimo film. Il pubblico ringrazia.
* * *

Nel frattempo, a casa di Bobby, il giovane uomo ghiaccio rivela agli sbalorditi genitori di essere un mutante. Padre e madre cascano dalle nuvole: avevano sempre creduto che il figlio stesse studiando in una scuola privata, che i mutanti non esistessero, che la Terra fosse piatta e che Previti fosse un avvocato onesto. Il fratello di Bobby non la prende bene: incazzato nero, si alza per chiamare il 113.
— Scusa, ma perché non lo fermiamo? — esclama Rogue. — Ci sta denunciando!
— Non possiamo — obietta Bobby. — Io sono troppo impegnato a interrogarmi e macerarmi sul complesso rapporto familiar/generazionale tra genitori sapiens e figlio X-mutante, Wolverine non riesce a usare lo X-cellulare per chiamare Tempesta (probabilmente perché gli artigli bloccano il campo), e Pyro si sta pavoneggiando davanti allo specchio con le sue palle di fuoco... E poi non essere così puntigliosa: questo è un fumetto!
La Polizia arriva in un batter d'occhio (evidentemente la Centrale era all'angolo dell'isolato), ma non c'è problema, perché Pyro prepara subito un barbecue di piedipiatti come antipasto e un piatto di portata a base di Volanti flambé.
In quel momento giungono Tempesta e Jean: il loro arrivo perfettamente tempistico è in linea con il meraviglioso senso del plausibile che aleggia in tutta la pellicola.
I mutanti salgono sullo X-plano e ripartono. Ma subito si accende la spia di un X-allarme.
— Abbiamo due caccia militari in coda! — grida Tempesta.
— Ma questo aereo non era invisibile? — protesta Jean — E' una vita che ci voliamo senza problemi, come mai ora riescono a intercettarci? Insomma, c'è un limite anche alle cazzate, no?
— Zitta e blocca i missili che ci stanno sparando addosso!
La telecinesi di Marvel Girl non impedisce al velivolo degli X-men di precipitare rovinosamente. Ma i nostri eroi vengono salvati da Magneto, che casualmente si trovava, al momento giusto e tra tutti i posti del mondo, proprio sulla verticale della picchiata dello X-plano. Tutto ciò è magnifico.
Si chiude il primo tempo, dando l'opportunità agli spettatori superstiti di recarsi alle toilette per tagliarsi le vene.
Il secondo tempo si apre con un pregnante dialogo tra Magneto e Pyro.
— Non ti vergogni di stare tra i mutanti buoni? — dice il calamitone umano al giovane — Tu che i tuoi poteri rendono come un dio tra le formiche?
— Non ti vergogni piuttosto tu, — replica l'altro — con quarant'anni di teatro shakespeariano sulle spalle, di girare con quell'elmetto e quel mantello che a confronto il mago Otelma veste Armani?
— Vabbe', fermiamoci a riposare per la notte.
Al riparo delle X-tende di cui lo X-plano è ovviamente fornito, i nostri supereroi fanno X-camping. Mentre Wolverine riposa, Mystica s'introduce nella sua tenda, vestita solo di Chanel numero 5, in un'altra delle sequenza partorite direttamente dall'immaginario manual-erotico di Singer.
— Che ci fai qui? — esclama Wolverine.
— Scherzi? — replica la trasmutante, piccata. — Sai benissimo che si sono inventati questo ridicolo interludio notturno con l'unico scopo di mostrarmi mentre ti schiaffo due metri di lingua nell'orecchio.
Così dicendo, gli schiaffa due metri di lingua nell'orecchio, in quella che grazie a Filippo Nardi della Iene è già una scena cult del cinema mondiale.
Wolverine la respinge in malo modo. Mystica, giustamente, s'incazza.
— Ma come? Sono due film che sbavi dietro a tutte le X-women che vedi e nessuna te la dà, e adesso che l'attrice di gran lunga più bona del cast te la strofina sul muso ti tiri indietro? Sai che ti dico? Ma va a cagher!
Tra il lusco e il brusco, sorge l'alba.
— Andiamo! — ordina Magneto — Dobbiamo trovare Stricker e fermarlo prima che sia troppo tardi.
— Scusa, ma questo X-plano non è in giro già da due giorni? — osserva ingenuamente Rogue. — Possibile che sia rimasto ancora X-carburante?
— Non rompere, ragazzina — bacchetta Wolverine. — Ho appena pisciato negli X-serbatoi, quindi è tutto a posto.
E in men che non si dica sono in Canada, ai piedi della grande diga in mezzo al nulla dove Stricker sta ordendo la sua losca trama.
— Dividiamoci e infiltriamoci nella Base uno alla volta! — propone Tempesta.
— Non sarebbe più ragionevole attaccare tutti insieme? — obietta l'uomo-ghiaccio.
— Si vede che sei X-men da poco, Bobby. Dobbiamo dividerci, perché così ognuno di noi può affrontare da solo un nemico soverchiante e spararsi le pose da eroe che tanto piacciono al pubblico. Mica come la guerra in Irak, dove eravamo ottocentomila iperarmati contro uno con la fionda e infatti televisivamente è stato un flop pazzesco.
— Hai ragione, Logan. Scusami...
— Scusa un cazzo. Per punizione resterai sull'aereo a preparare le granite per tutti.
Entrano. Marvel Girl viene subito individuata (probabilmente a causa dei tacchi) e attaccata da Ciclope, che evidentemente è stato catturato da Stricker e portato anche lui in Canada in una scena che per pietà qualcuno ha tagliato via nel montaggio finale.
— Fermati, Scott! — implora la donna. — Perché mi attacchi? Sei sotto il controllo di Stricker?
— No, è che con 'sti occhiali neri ci vedo quanto Andrea Bocelli. Sei tu, Jean?
— Sì, sono io. Che sollievo! Per un attimo ho creduto che fossi sotto il controllo mentale del mutante cattivo con la faccia di Masini.
— Be', se lo fossi stato, come mai adesso sono ridiventato normale?
— Se proprio devi fare il puntiglioso, Scott, allora come mai Stricker non ti ha ammazzato quando poteva?
— Vabbe', baciamoci. Tanto è un fumetto.
* * *

Nel frattempo, Wolverine ha stretto Stricker in un angolo. Il militare, però, gli oppone una tizia che sembra la cugina intelligente di Paola e Chiara ma che, fortunatamente per il nostro Logan, non canta. Dopo qualche mazzata, capata e sputo in faccia, giusto il minimo sindacale previsto dal contratto del comparto supereroi, Wolverine schianta la tizia e si rimette sulle tracce del suo avversario.
In un altro angolo della Base, Tempesta e Nightcrawler si ritrovano davanti una porta blindata.
— Ho capito tutto — fa Tempesta. — Dietro questa porta c'è il professor Xavier prigioniero: Stricker non lo ha ucciso, ma si serve del figlio-mutante Jason, che sembra proprio Masini quando intona Malinconoia, per tenere il nostro X-capo sotto controllo mentale, facendogli credere di essere alla X-accademia, mentre invece si trova qui legato come un cotechino e connesso a una copia piratata di Cerebro, cosicché il potere telepatico di Xavier, amplificato dalla capacità elettronica del falso Cerebro, verrà focalizzato e friggerà la mente di tutti i mutanti esistenti sulla Terra e così Stricker avrà raggiunto il suo scopo che è quello di un autentico genocidio per liberare l'homo sapiens dalla minaccia di estinzione a causa dell'avvento evoluzionistico dell'homo superior. E' chiaro?
— Ti sei fatta una X-canna, vero? — commenta Nightcrawler.
— Presto, teleportami dall'altro lato di questa porta!
— Eh!? Mica riesco a teleportarmi con un'altra persona! Non è questo il mio potere! Che cazzo, possibile che fate un film sugli X-men e non leggete nemmeno il fumetto?
— Non c'è tempo per discutere! Prendi questo! — taglia corto Tempesta, porgendogli l'assegno col compenso per il terzo episodio della saga.
Nightcrawler controlla il numero di zeri, intasca e si calma. Abbraccia Tempesta, approfittando dell'occasione per una sana palpatina che in fondo non fa mai male e soprattutto rende barzotto Bryan Singer, e ZOT!, eccoli accanto a Xavier, notoriamente in stato catatonico come chiunque abbia ascoltato Masini più di trenta secondi.
I due X-men lo liberano, improvvisano una X-barella e lo portano via. Il malvagio Jason scompare senza apparente motivo dalla scena, forse per essere riciclato nel prossimo film, più probabilmente perché lo sceneggiatore si è rubato lo stipendio.
Tornano tutti allo X-plano, dove Wolverine sta finendo di seviziare Stricker.
— Smettila di torturarlo, Logan! — sussurra Ciclope, preoccupato. — Ricordati che sei tu il buono. Già non si capisce perché il pubblico dovrebbe tifare per noi e non per i militari, visto che loro difendono la razza umana e noi non ne facciamo parte. Cerchiamo almeno di comportarci eroicamente, no?
— Non ti preoccupare, Scott — ribatte Wolverine. — Jean sta preparando un colpo di scena coraggioso e strappalacrime che ci procurerà l'appoggio morale di tutti. Vedrai che sorpresa: nessuno sospetta minimamente.
Tra il pubblico in platea, una signora scuote il marito che ronfa. — Svegliati, Oreste!
— Che c'è? — sussulta l'uomo, destandosi. — Marvel Girl si è già ammazzata?
In quel momento la mega-diga, su cui le crepe si allargavano già dai titoli di testa, decide finalmente di crollare. Un fottilione di litri d'acqua precipita sullo X-plano.
In una scena credibilissima gli X-men, che insieme hanno tanti di quei poteri che al confronto Dio è un impiegato dell'ANAS, si fanno prendere dal panico e cominciano a strillare come ragazzine isteriche a un concerto di Nek. Ma ecco che audacemente Marvel Girl esce dall'aereo, lancia il suo scudo mentale e si sacrifica per salvare gli altri.
— Oh, povera Jean! — piange Ciclope.
— Oh, povera Jean! — singhiozza Xavier.
— Oh, povera Jean! — geme Tempesta.
— Povera un paio di palle! — esclama Rogue — Ma per quale cazzo di motivo è dovuta uscire? Non poteva lanciare lo scudo mentale da dentro l'aereo, come ha fatto quando ha abbattuto i missili?
Wolverine sguaina gli artigli. — Taci e piangi anche tu, ragazzina, che fa pathos.
Quando sono stufi di fare le prefiche, gli X-men vuotano con gli X-secchi la stiva dell'aereo dalle X-lacrime e si spazzolano gli X-costumi per la X-sigla di coda.
— Un momento! — interrompe Xavier. — Ci è rimasto ancora un compito: dobbiamo andare a Washington.
Nello Studio Ovale, il presidente americano sta per leggere davanti alle telecamere la dichiarazione di guerra ai mutanti, che poi è la stessa del Kosovo, di Panama, dell'Afganistan e dell'Iraq, ché i presidenti USA si passano le fotocopie da vent'anni.
D'un tratto, la scena si blocca nell'effetto speciale che dopo Matrix ormai è obbligatorio usare anche nel filmino della prima comunione. Gli X-men compaiono in posa formazione tipo figurine Panini.
— Caro presidente — esordisce Xavier — Come vede possiamo entrare qui a farle il culo quando e come vogliamo. Quindi non si azzardi a dichiararci guerra. Al contrario, dica che le nostre due razze conviveranno in pace e armonia fino alla fine dei tempi. Ah, dica anche che, dopo la Gran Bretagna di Blair, l'Italia di Berlusconi è la sua più fidata alleata.
— Non capisco... — balbetta l'inquilino della Casa Bianca. — Che c'entra Berlusconi?
— Dico, ma l'ha visto? Se non è un mutante quello...
— E che poteri avrebbe?
— Scherza? Ha il potere esecutivo, quello legislativo, quello televisivo, quello economico, quello finanziario, quello editoriale/cinematografico e quello calcistico. E vuole anche quello giudiziario. Non le basta?
Il presidente annuisce debolmente. Tutti sorridono felici e contenti. Gli X-men fanno ciao-ciao e scompaiono uno alla volta tipo Teletubbies. Forse un po' meno espressivi.
Fino al prossimo episodio.

X-fine