La Campagna cronache e leggende

5 Anni sono passati...

Cinque anni sono passati dal vostro ritorno dal viaggio ad Esuel Ilshar e dall’incontro con il redivivo Kurtan. Una volta tornati al castello Alexander e Merryl raccontarono agli altri componenti del gruppo e a Lord Tharyen la scoperta e il massacro avvenuto al villaggio di Jalos: di tutti gli abitanti di quello che un tempo era un ridente villaggio rimaneva solo il vecchio Tobia, un vecchio triste e stanco “adottato” da Castel Blackhound. Haluin si riprese dal lungo ed estenuante viaggio solo una settimana più tardi: avevate notato un vistoso cambiamento in lui dal vostro ritorno da Esuel Ilshar, era diventato più calmo e riflessivo e provava ora un grande rispetto per Lord Tharyen. Ma ciò che era successo a Jalos, la morte della sua amata e dei figli che portava in grembo erano stati un colpo durissimo per la sua psiche: negli anni che seguirono rimase quasi sempre nelle sue stanze a leggere e a studiare, chiuso nel suo dolore. Anche Barlum rimase per un mese intero a letto, accudito e curato da Lord Tharyen: il vecchio chierico di Pelor lo aveva strappato alla morte, ma riunire l’anima del nano al corpo non era stato facile, e Barlum era tornato in vita debole e privo di forze. Iniziaste a rivederlo aggirarsi per i corridoi del castello solo qualche settimana più tardi, e ritornò il forte e robusto Barlum che ricordavate solo dopo un lungo anno di cure. Da quel momento in poi il nano passò molto del suo tempo nella fucina di Castel Blackhound, a forgiare e a costruire armi e armature recanti il simbolo del suo clan. Alexander rimase a Castel Blackhound le prime settimane dopo il vostro ritorno da Jalos, poi iniziò ad allontanarsi sempre più spesso dal castello in compagnia di Olaf: li vedevate partire all’alba e tornare settimane più tardi, stanchi e felici per i lunghi viaggi e per le nottate passate nelle foreste. Tra i due guerrieri si era instaurato un rapporto che andava oltre l’amicizia: Alexander era ormai come un figlio per Olaf, e Olaf era per Alexander come un padre. Landar invece in questo periodo si era allontanato per far ritorno al suo monastero; non stette via molto tempo, volendo tornare il prima possibile da Marienne. Le condizioni della donna non accennavano infatti a migliorare, e in tutti quegli anni Lord Tharyen, Julian e Landar avevano fatto il possibile per trovare una soluzione, ma non avevano avuto successo. Quando Julian, due anni più tardi, fuggì dal castello in cerca di una cura (senza far più ritorno), fu Landar a prendere il posto del fratello della ragazza, a curarla e ad accudirla notte e giorno. Gli unici che sembravano mantenere un atteggiamento solare e spensierato erano Gilgamesh e Merryl: il primo aveva trovato nella gente che abitava Castel Blackhound degli spettatori che apprezzavano le sue canzoni e le sue ballate, mentre l’halfling, dopo un breve viaggio a Sopramonte, il suo villaggio d’origine, aveva più volte partecipato ad avventure e missioni assieme ai guerrieri di Lord Tharyen. Infatti almeno una volta a settimana ambasciatori di nobili di terre lontane e vicine oppure semplici e umili abitanti di paesi di Flanaess si presentavano alle porte del castello, chiedendo aiuto a Lord Tharyen: spesso si trattava di debellare bande di briganti che saccheggiavano e distruggevano campi e villaggi, altre volte di uccidere qualche bestia mostruosa che si era avvicinata troppo alle zone abitate. Tutti quanti in questi anni avete partecipato, chi più chi meno, a queste missioni per conto di Lord Tharyen, spesso viaggiando in compagnia di persone che ormai considerate amici: Olaf, Thorkyll, Adam, Julian, Kevlar e gli altri uomini del castello, gente diversa per origini e carattere, ma buona e leale. E quando la sera, ritornati vittoriosi al castello dopo una missione particolarmente difficile, vedevate in lontananza le mura del castello, in cuor vostro sapevate di essere tornati a casa.
Se la situazione al castello era abbastanza tranquilla, lo stesso non si poteva dire nel resto di Flanaess. Gli attriti tra la monarchia e il Sultanato di Zeif si erano accentuati: le voci da taverna che da anni davano il Sultano come segreto alleato del Regno di Kanak, eterno nemico di Flanaess, si erano lentamente trasformate in verità. Le spie di Re Arkan avevano scoperto che effettivamente mercanti del Sultanato avevano violato l’embargo nei confronti di Kanak, e che derrate alimentari, armi e armature venivano segretamente vendute al nemico. Il Sultano davanti a tale accusa era impazzito dalla rabbia e dallo sdegno: la testa dell’ambasciatore di Flanaess fu mandata qualche giorno dopo a Lopolla. A nulla erano valsi ulteriori sforzi diplomatici degli ambasciatori di re Arkan: una guerra sembrava ormai inevitabile, e molte truppe erano state spostate nella valle del Ket, l’unico punto dal quale il Sultano avrebbe potuto attaccare le terre di Flanaess. Re Arkan intanto aveva iniziato a preparare le alleanze in vista di una possibile e ormai molto probabile guerra: il consiglio dei Lord di Flanaess si era già riunito sette volte negli ultimi mesi, e a breve ci sarebbe stato l’annuale incontro con il consiglio degli elfi a Vesve.Tutti erano certi che durante il consiglio Re Arkan avrebbe chiesto l’appoggio di Re Almedin e delle sue truppe di guerrieri e maghi elfi per l’imminente guerra. Nel frattempo gli ambasciatori del Re cercavano in extremis una soluzione diplomatica.
Ma oltre ai problemi esterni, altri problemi all’interno del regno impensierivano il re e i suoi uomini. Sui monti Crystalmists continuavano le razzie di un imponente esercito di orchi: da quello che si sapeva in giro un potente sciamano, Ork l’Occhio di Gruumsh, della tribù della Zanna Rossa, si era messo alla testa di tutti gli altri clan. Nascondendosi sulle impervie montagne gli orchi lanciavano letali attacchi e saccheggi ai villaggi e alle città più vicine alla catena montuosa, depredando i territori e le vallate a ovest di Keoland. La stessa magocrazia aveva iniziato a preoccuparsi dei continui attacchi quando un piccolo gruppo di orchi a cavallo si era spinto fino ai loro confini distruggendo e bruciando un piccolo paese di contadini.
Come se non bastassero già gli orchi e l’imminente guerra con il Sultanato a preoccupare i regni occidentali di Flanaess, altri problemi si profilavano all’orizzonte. Da mesi ormai giravano voci su una possibile guerra tra gilde di ladri nel Ket: molti uomini della Mezzaluna erano stati trovati trucidati a Lopolla, e sia il consiglio della città sia la stessa Mezzaluna brancolavano nel buio.
E se la valle del Ket non se la passava bene, anche Keoland aveva i suoi problemi: negli ultimi due anni vi erano stati quattordici tentati omicidi nei confronti dei membri del Concilio dei 9, a almeno una trentina di maghi erano morti in circostanze misteriose a Junre. Ovviamente tutti sospettano che i mandanti di tali omicidi siano Erisalion e i suoi Deomanti, anche se non vi sono prove certe.
Ma se i problemi politici-militari del regno destavano in voi non poche preoccupazioni, almeno qualche buona notizia giungeva dai vostri amici del Ket, coi quali vi tenevate sempre in contatto per timore di vendette da parte di Kurtan. Un anno fa riceveste una lettera da Mikaela, la donna che salvaste da Dhoryan e dagli altri chierici di Nerull al tempio della Foresta di Rovi. Nella missiva vi raccontava con parole cariche di tristezza e dolore che sua sorella (la comatosa) era morta tre settimane prima, ma che il chierico di Polvar presso cui vivevano e prestavano servizio aveva appurato che la morte era giunta per cause naturali e non per mano di creature demoniache. Sei mesi dopo giunse un’altra missiva dalla donna: una Mikaela raggiante di gioia vi raccontava che a settembre si sarebbe sposata con un ricco uomo di Polvar, un uomo che l’amava tanto quanto il suo primo marito, ucciso dai chierici di Nerull. Ovviamente la lettera si concludeva con un invito per tutta la compagnia al suo matrimonio.