La Campagna cronache e leggende

Le Origini di Haluin
narrate da Garinoff

Anche se difficile a credersi vedendolo ora, anche Lord Tharyen, molti anni fa, era un giovanotto intraprendente e desideroso di avventure e conoscenza, proprio come voi. Dopo l’apprendistato a Greyhawk divenne chierico di Pelor e iniziò a vagare per Flanaess desideroso di portare la voce di Pelor in ogni città, paese e villaggio. Durante i suoi primi viaggi ebbe modo di conoscere molte persone, e tra queste incontrò anche coloro che sarebbero diventati i suoi migliori amici e la sua famiglia: sua sorella Aurora Hemmaril, Figlia della Luce di Greyhawk, Asuel Redmoon, elfo arciere della foresta Boreale, Fredrik Whitefang, robusto boscaiolo del Sunndi, Kendal Dueasce, barbaro della tribù del Ghiaccio e Vivian, una giovane ladruncola mezzelfa di Greyhawk, che ai tempi era poco più che una ragazza. Assieme erano noti come i Segugi, e vissero molte avventure e si coprirono di gloria in quel periodo; dopo alcuni anni, durante un viaggio sui Monti Yatil, incontrarono Kerentalian, un drago d’oro: era la prima volta che incontravano un drago in carne e ossa, e fu molta la paura quando atterrò a pochi metri da loro. Kerentalian si rivelò però pacifico, e anzi divenne in breve tempo un loro fidato amico: più volte li aiutò con la sua saggezza quando gli servirono informazioni o consigli, una volta riportò in vita Kendal dopo che il barbaro venne ucciso da un gruppo di Orchi sui monti Crystalmists, e molte altre volte li ospitò per settimane intere nella sua accogliente tana, un piccolo castello nascosto tra le cima dei Monti Yatil, dove passarono i pochi momenti tranquilli della loro travagliata giovinezza raccontando al drago le loro avventure. In seguito Kerentalian, incuriosito dai loro racconti, iniziò ad accompagnarli sotto sembianze umane nei loro viaggi ed entrò a far parte dei Segugi: come tutti quelli della sua stirpe era un grande conoscitore delle arti arcane, e la sua magia li tirò fuori dai guai più di una volta. Durante i viaggi in cui li accompagnò notarono tutti come Aurora, la sorella di Lord Tharyen, fosse attratta da lui: erano spiriti affini, entrambi desiderosi di cambiare il mondo in meglio, ed erano entrambi giovani (anche Kerentalian lo era per gli standard dei draghi) e pieni di vita. Lo stesso Lord Tharyen celebrò il loro matrimonio nel maggio del 1328. L’anno successivo venne alla luce il loro primogenito, Ioram Hemmaril: fu una gran gioia per tutti loro, ma ancora di più lo fu per Aurora e Kerentalian. La nascita di Ioram fu il primo segno che gli fece capire che le loro avventure e la loro giovinezza si erano concluse: Lord Tharyen aveva 35 anni quando il piccolo vide la luce, e sebbene fosse il più vecchio del gruppo anche gli altri non erano più giovanissimi. Aurora aveva ormai superato i trent’anni, e aveva un figlio a cui badare; Kendal, dopo anni passati nella civiltà, iniziava a sentire il richiamo della sua terra natia, le terre ghiacciate del Nord; Fredrik si sarebbe sposato di lì a poco anche lui e sua moglie l’anno dopo avrebbe partorito il suo primogenito, Olaf. Anche Vivian, che si era unita al gruppo quando era ancora una ragazzina era ormai una donna fatta: gli unici che sembravano non aver subito lo scorrere del tempo erano Asuel, per via del suo sangue elfico, e Kerentalian, per il quale pochi anni non erano che pochi attimi di vita. Iniziarono così a pensare di sciogliere il gruppo e di iniziare ognuno una nuova vita, ma una notte del 1332 Kerentalian li riunì tutti, Aurora esclusa: non volle mai dirgli come e da chi ebbe quelle informazioni, ma era di vitale importanza che trovassero un libro, un artefatto dalle origini sconosciute. Erano in gioco il destino di Flanaess e la vita di milioni di persone, e non potevano tirarsi indietro: di comune accordo non rivelarono nulla ad Aurora, ella aveva Ioram a cui pensare, e si diressero da Olym Seelswater, il saggio di Hesuel Ilshar per avere ulteriori notizie sul libro di Zevas, l’artefatto di cui ci aveva parlato Kerentalian. Non fu facile trattare con quel vecchio scorbutico, e il fatto che adorassero divinità diverse non fu certamente di aiuto nella contrattazione. Per svelar loro le informazioni che volevamo li obbligò ad addentrarsi nell’Underdark e a portargli il corno di un drago che viveva là sotto. La battaglia non fu facile, e Vivian perì nel combattimento, sotterrata dal crollo della volta della caverna dove dimorava il drago: ma non ebbero nemmeno il tempo per piangere la sua morte, Kerentalian li spronò a proseguire. Portarono il corno da Olym: la vita di una loro compagna in cambio delle informazioni che cercavamo, un prezzo terribile da pagare, un peso che quel vecchio adoratore di Wee Jas dovrà portare sulla sua schiena per tutta la vita. Ma Olym fu di parola: rivelò loro il luogo dove si trovava il libro, un piccolo villaggio a sud di Lopolla, nel Ket, e li ammonì sul pericolo a cui stavano andando incontro. “Quel libro” disse “non vi porterà che tragedia e morte. Il suo attuale custode non ve lo lascerà facilmente”. Poco prima di partire da Hesuel Ilshar furono raggiunti da Aurora, armata e pronta per combattere: aveva saputo dove eravano diretti, e non aveva nessuna intenzione di lasciarli andare da soli. Si guardammo negli occhi e capirono che niente sarebbe riuscito a impedirle di seguirli. Ioram era al sicuro a Gorsend, Aurora lo aveva lasciato alle cure della moglie di Fredrik. Partirono alla volta del villaggio nel Ket dove Olym ci aveva detto che il libro era custodito, un piccolo e tranquillo villaggio; le emanazioni magiche del manoscritto erano fortissime e Kerentalian trovò facilmente l’ingresso del sotterraeneo dove si trovava l’artefatto: fu là che scoppio l’inferno. Il villaggio si rivelò essere la tana di un potente vampiro, e finirono in trappola senza nemmeno accorgersene. Tutti gli abitanti erano stati tramutati in progenie vampiriche e ben presto i sotterranei dove si trovavano furono invasi da decine di quegli esseri demoniaci: Asuel e Fredrik morirono sotto l’attacco dei vampiri coprendo la loro fuga, e nemmeno i poteri di Lord Tharyen congiunti a quelli di Kerentelian furono in grado di respingerli. I cunicoli stretti e tortuosi impedivano infatti sia a lui che al drago di usare appieno i loro poteri, inoltre in un ambiente così piccolo quale erano quei sotterranei Kerentelian non poteva assumere la forma di drago che gli avrebbe permesso di distruggerli tutti in un battito di ciglia. Anche Aurora, poco prima di giungere all’uscita di quei sotterranei maledetti, fu colpita a morte dal capo di quegli esseri, lo stesso Crovax che avete avuto modo di incontrare. Kendal riuscì però a portarne in salvo il corpo, e una volta giunti all’esterno Kerentelian potè dare sfogo alla sua rabbia: trasformatosi in drago e preso il volo incenerì il villaggio col suo fiato infuocato. Tornarono a Gorsend, dove cercarono immediatamente di riportare in vita Aurora: ma la sua anima era ormai condannata, maledetta per l’eternità dal tocco corruttore di quell’essere della notte, e sebbene il suo corpo fosse intatto non era possibile ricongiungerlo con la sua anima. Con l’aiuto di Kerentelian la posero in una stasi temporale: dopodichè iniziarono a cercare un modo per riportarla in vita sana e salva. Per 20 anni cercarono in ogni dove, senza successo; nel frattempo litigarono con Kendal, che rinfaccio loro il fatto di aver portato a morte certa Asuel, Vivian e Fredrik: ritornò al Nord e non lo videro mai più. Nel tentativo di trovare una cura per Aurora Kerentalian passò tutti quegli anni dedicandosi allo studio della magia e delle arti arcane: la sua intelligenza superiore, le sue innate doti draconiche e la sua ferrea volontà lo spronarono verso una conoscenza quasi divina, che lo resero probabilmente uno dei più potenti arcimaghi di tutta Flanaess. Nel frattempo Ioram veniva cresciuto al castello dalla madre di Olaf, per il quale era come un figlio: il suo sangue draconico era palesato dal fatto che cresceva molto più lentamente degli altri bambini, e all’età di 23 anni ne dimostrava a malapena 10. Kerentalian intanto nella ricerca di una cura aveva iniziato a tessere amicizie anche con persone “discutibili” e dalla dubbia reputazione: l’amore per Aurora lo stava rendendo imprudente e avventato, la vicinanza agli esseri umani lo aveva reso troppo “umano”, le emozioni avevano preso il sopravvento sulla razionalità. Tredici anni or sono disse che forse aveva trovato la soluzione: un potente arcimago aveva saputo della nostra ricerca ed era disposto ad aiutarci. Partì il giorno dopo, portando con sé Ioram, e quella fu l’ultima volta che lo videro: neanche io sono mai riuscito a scoprire dove si diresse Kerentelian quel giorno. Qualche settimana dopo il castello fu attaccato da un gruppo di maghi, uomini mai visti prima, ma fortunatamente riuscirono a respingerli senza gravi perdite: non capimmo mai cosa cercassero. A quanto pare Kerentelian, prima di partire per andare dal mago di cui aveva parlato, lasciò per qualche oscura ragione Ioram a Junre, dove iscrisse il ragazzo alla locale Scuola di Magia sotto falso nome, pagandone in anticipo la retta per gli anni a venire e dotandolo di una nuova identità.